
Maria Carena, il soprano di Piossasco che incise “Il Trovatore” con Aureliano Pertile
Il soprano Maria Carena è nata a Piossasco (Torino) l’8 agosto 1891 da Giovanni e Felicina Melano. Studiò a Torino con la celebre Virginia Ferni-Germano, debuttando nel 1917 al teatro Chiarella di Torino come Leonora nel Trovatore. Passò quindi al teatro Costanzi di Roma (Mosè di Rossini), al Politeama di Genova (Trovatore), al Lirico di Milano (Aida, 1918). Nel 1919 cantò Aida e Tabarro al Coliseo di Buenos Aires, nel ’20, al Costanzi di Roma, partecipò alla prima assoluta de L’uomo che ride di Arrigo Pedrollo e al Comunale di Bologna cantò I nemici di Guido Guerrini, passando poi a Lisbona e Madrid.


Nel 1922 fu alla Scala di Milano, dove si esibì tutto il decennio successivo come Suor Angelica e Giorgetta nel Tabarro, Elsa in Lohengrin, Asteria in Nerone di A. Boito, Aida, sempre sotto la direzione di maestri come A. Toscanini, A. Guarnieri, E. Panizza, V. Gui e G. Santini.

Nel 1926 debuttò al Regio di Torino nei Lombardi alla prima Crociata. Nel 1927 fu al San Carlo di Napoli ne La vestale di Spontini, opera da lei già cantata al Costanzi di Roma. Nel 1930 sostituì Bianca Scacciati nel Trovatore diretto da Antonio Guarnieri. Nel 1931 cantò Simon Boccanegra al Carlo Felice di Genova e Gli Ugonotti al San Carlo di Napoli. Nel 1936 tornò Torino in Risurrezione di Franco Alfano al teatro Regio e nel ’38 in Aida al Vittorio Emanuele.
Maria Carena predilesse i ruoli verdiani (oltre alle opere citate cantò La forza del destino, Ernani, Otello), ma fu interprete molto versatile con approdi significativi al repertorio verista e wagneriano. Il suo repertorio comprendeva anche Loreley di Catalani, Mefistofele di Boito, La bohème e Tosca di Puccini, Cristoforo Colombo di Franchetti, Cavalleria rusticana di Mascagni.
Con l’inizio della seconda guerra mondiale chiuse la carriera. Morì a Roma il 9 ottobre 1966. Viene generalmente identificata con il ruolo di Leonora nel Trovatore, registrato su disco con Aureliano Pertile, Irene Minghini Cattaneo e Apollo Granforte, sotto la direzione di Carlo Sabajno.
Bruno Baudissone