
Da Fiano a Monasterolo: i santuari degli alberi, affascinanti luoghi di devozione
Piloni votivi, cappellette, edicole con immagini di santi e della Madonna, rappresentano una porzione importante della devozione popolare che da sempre si manifesta con queste piccole ma emozionanti opere “private”. Se ne trovano ovunque, perché era un modo per ringraziare la divinità per lo scampato pericolo, spesso durante le pestilenze oppure le guerre; erano anche considerate un ex-voto per miracoli e salvataggi, un po’ come i quadretti che venivano appesi nelle chiese più importanti, per i quali esistevano artigiani, pittori e scultori, che venivano incaricati di produrre scene di vita così come si erano manifestate durante il “miracolo”. Ecco allora che il tempo si ferma e mostra fotogrammi di vita prevalentemente contadina: il cavallo che scalcia, il fulmine caduto nei pressi di un uomo, una casa che sta bruciando, un uomo nel lago che fuori dall’acqua ha solo le braccia…

Le edicole votive lungo le strade hanno una storia affascinante che risale all’antichità. Il termine “edicola” deriva dal latino aedicula, che significa “piccolo tempio”. Queste strutture erano originariamente dedicate a divinità pagane e venivano collocate in luoghi considerati sacri, come sorgenti, crocevia o punti in cui si erano verificati eventi prodigiosi.
Con l’avvento del cristianesimo, le edicole votive hanno assunto un nuovo significato, diventando piccoli santuari dedicati a figure religiose, come la Madonna o i santi. A volte venivano costruite non solo per adempiere a un voto o come segno di protezione spirituale pubblica; ovvero: chiunque poteva fermarsi e pregare o rivolgere un pensiero a Dio e i viandanti erano rassicurati da queste presenze di pietra, che li rassicurava poiché erano sotto la protezione divina.
Nel corso dei secoli, le edicole votive hanno continuato a essere parte integrante del paesaggio italiano, sia urbano che rurale. Oggi rappresentano un connubio tra devozione popolare e architettura, e sono testimonianze della cultura e della tradizione religiosa locale. Se si osserva la campagna, si possono intravedere edicole pressoché ovunque, ma spesso sono abbandonate a se stesse, in mezzo a passaggi di nuove strade, oppure in parte distrutte e non ristrutturate.

Fortunatamente quelle che si trovano in terreni privati godono di più vitalità, perché i padroni di casa tendono a mantenerle in manutenzione, vuoi perché ancora hanno un pensiero religioso, oppure semplicemente hanno visto i loro progenitori che se ne sono occupati per tutta la vita.
Le edicole si sono maggiormente conservate al di fuori delle grandi città, e il numero più elevato risale all’Ottocento e Novecento, ma non mancano esempi cittadini, come l’edicola votiva tra via Verolengo e via Assisi, a Torino, che custodisce un bassorilievo della Madonna della Consolata. È un luogo di devozione popolare, con fiori e candele votive che testimoniano la fede locale. Altre edicole torinesi ricordano eventi storici, come l’assedio del 1706 ed esiste una associazione, il Progetto Floràlia, che attraverso installazioni di luci e suoni, ha progettato spettacoli artistici che partono proprio dalle “vie sacre minori”, le edicole.


Le strade principali, e in particolare la diramata via Francigena, forse perché più usate non solo per gli spostamenti ma anche per i pellegrinaggi, più di altri luoghi recano traccia di queste piccole costruzioni. Nelle zone più appartate invece, si possono trovare delle strane edicole, costruite nei tronchi di alberi colpiti da fulmine oppure che mostrano cavità dovute ad animali, come i picchi, ma anche a malformazioni e parassiti. Questo delizioso riutilizzo di materiali spesso inservibili ha due particolarità: si tratta di alberi molto vecchi e sono dedicati a una sola figura divina: la Madonna. Più di ogni altra costruzione queste “dediche” hanno un sapore antico, di culti di altri tempi e di tradizione, che viene legata indissolubilmente all’ambiente.
Le edicole con madonnine costruite nei tronchi di legno rappresentano una forma unica e suggestiva di devozione popolare e ci sono esempi, come quelli di Fiano, nelle valli di Lanzo, paese che vanta anche una sindone dipinta su una chiesetta cittadina, che mostrano l’arte contadina delle piccole cose. Anche la “tagliafuoco”, strada sterrata che unisce Monasterolo a Lanzo è costellata di edicole, così come il sentiero che a San Gillio conduce verso il lago Borgarino, noto per avvistamenti ornitologici di cicogne nere, aironi cinerini, folaghe e germani.

Che siano di legno, di mattoni, di terra o di altri materiali, le edicole e i piloni della provincia di Torino dovrebbero essere maggiormente considerati come segni visibili della tradizione popolare e conservati con più cura, poiché per secoli hanno incarnato significati diversi: come la protezione, il ringraziamento, la devozione ed erano persino punti di orientamento per i viaggiatori.
Testo di Katia Bernacci
Foto di Marino Olivieri