LINGUA PIEMONTESEPRIMO PIANO

Topolino in piemontese, ovvero “Giari Miclin”, in edicola dai primi di aprile

Chi l’avrebbe mai detto? Chi a l’avrìa mai dilo? Eppure è vero. È uscito Topolino in piemontese! D’altronde, non c’è mica da stupirsi. Topolino esce in tutte le Lingue del mondo, o quasi. Mancava un’edizione nella lingua subalpina, anzi nella koiné subalpina, che poi è quella sostanzialmente di matrice torinese, adottata dai grandi della Letteratura dell’Ottocento e del Novecento. Ma che da qualche tempo in qua, si sta contaminando (leggasi: arricchendo) di nuovi termini astigiani, cuneesi, biellesi, monregalesi, monferrini, langaroli, eporediesi, canavesani, ecc. perché si sa: le lingue si evolvono e assorbono come spugne nuovi vocaboli, nuove locuzioni verbali da quelle aree in cui sono più vive e parlate.

Dunque, Topolino, pardon… Giari Miclin, ora si esprime anche in un perfetto “torinese” (inteso nell’accezione più sopra esplicata) e con lui parlano la Lingua di Nino Costa e Pinin Pacòt tutti i cittadini di Topolinia (pardon di… Giariòpoli) e l’allegra compagnia che gli fa corona: da Orassi (Orazio) a  Folip (Pippo).

Davvero un piacere godersi questo buon piemontese che masticano con disinvoltura i personaggi di Miclin. Corretta è la grafia (quella storica detta dei Brandé, usata dai grandi scrittori e poeti della Letteratura piemontese); rigoroso il rispetto della grammatica e della sintassi negli avvincenti dialoghi tra i principali protagonisti del racconto ma anche quelli scambiati tra le numerose comparse della variegata combriccola disneyana. Tutto è perfetto. Il merito è sicuramente di chi ha tradotto i testi (il prof. Nicola Duberti, del Dipartimento di Linguistica dell’Università di Torino) e di chi li ha revisionati (il prof. Riccardo Regis, docente di Dialettologia italiana alla Facoltà di Lettere dell’Università di Torino). Il soggetto e la sceneggitura sono di Alessandro Sisti. I disegni di Franco Gervasio.

E allora, Topolino, anzi “Giari Miclin”, oltre a rappresentare una dilettevole lettura di evasione, si può rivelare un prezioso strumento didattico per rinvigorire la Lingua piemontese, per diffonderla nelle nuove generazioni, e farla di nuovo risuonare là dove sta languendo, soffocata da altre lingue dominanti, come ad esempio in certi quartieri periferici del capoluogo, dove i torinesi autentici sono ormai quasi spariti dai radar, o – se ci sono  – comunicano nella lingua dei loro progenitori quasi solo più nell’esiguo ambito delle loro famiglie.

Ci auspichiamo che l’uscita del numero 3619 di Miclin, ovvero del Topolino “piemontese”, a cura di Panini Comics non costituisca solo un caso isolato, ma che in futuro questa ammirevole iniziativa editoriale possa ancora ripetersi. Un progetto geniale, che peraltro non è limitato alla Lingua subalpina, ma è esteso a molti altre Lingue regionali o Dialetti d’Italia.  Perché è nel multiforme patrimonio linguistico delle nostre Regioni che si conserva un prezioso tesoro culturale, retaggio dei valori delle nostre radici, ed è un obbligo morale conservarlo e tenerlo in vita. Nel loro insieme, le Lingue regionali, le Lingue minoritarie e i Dialetti d’Italia costituiscono un incommensurabile mosaico luccicante di tradizioni e valori unico al mondo.  Dovrebbero essere tutte “tutelate” dalla legge. Tutte: non solo qualcuna.

Sergio Donna

Sergio Donna

Torinese di Borgo San Paolo, è laureato in Economia e Commercio. Presidente dell’Associazione Monginevro Cultura, è autore di romanzi, saggi e poesie, in lingua italiana e piemontese. Appassionato di storia e cultura del Piemonte, ha pubblicato, in collaborazione con altri studiosi e giornalisti del territorio, le monografie "Torèt, le fontanelle verdi di Torino", "Portoni torinesi", "Chiese, Campanili & Campane di Torino", "Giardini di Torino", "Fontane di Torino", "Statue di Torino" e "Ponti di Torino". Come giornalista, collabora da alcuni anni con la rivista "Torino Storia". Come piemontesista, Sergio Donna cura da tempo per Monginevro Cultura le edizioni annuali dell'“Armanach Piemontèis - Stòrie d’antan”.

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